La guida completa per costruire backlink

Costruire backlink autorevoli che rimandino alla propria testata, blog o sito web di altro genere è un elemento imprescindibile per attuare una strategia SEO concreta ed efficace. Innanzitutto, chiariamo cosa sono i backlink e perché è necessario prenderli in considerazione per una tecnica di Search Engine Optimization da non sottovalutare: la link building.

Essenzialmente, i backlink sono collegamenti ipertestuali – dunque, veri e propri link – che rimandano alla nostra pagina web attraverso altri siti presenti in rete. Per comprendere a fondo il concetto, è utile fare una distinzione tra link interni ed esterni, anche conosciuti rispettivamente come inbound link e outbound link:

  • I link interni sono i collegamenti ipertestuali che rimandano ad altri contenuti simili all’interno dello stesso sito, blog o testata. In sostanza, per facilitare la user experience e rendere la navigazione del sito più agevole, fare in modo che l’utente resti più a lungo sul nostro sito o semplicemente attuare una buona strategia SEO, inseriamo un link che collega due sezioni all’interno del medesimo sito web;
  • Differente è il discorso per i link esterni. Se inseriamo un outbound link nei nostri contenuti, quando l’utente cliccherà sull’anchor text si ritroverà su un articolo o più in generale sulla pagina di un altro sito web. Dal punto di vista del sito web di destinazione dunque, questo è un vero e proprio backlink.

Costruire backlink: tutti i vantaggi

Dopo i necessari chiarimenti sull’entità dei backlink, è utile elencare anche i vantaggi e l’enorme potenzialità di una strategia di link building ben fatta:

  • Avere backlink che rimandano al proprio sito è considerato uno dei tre fattori principali per il posizionamento sul motore di ricerca. Infatti, quando il motore valuta il nostro contenuto per smistarlo sulla SERP e assegnargli la posizione “che merita”, tiene conto di molte variabili (all’incirca 200 fattori diversi). Tra queste, c’è indubbiamente la qualità dei contenuti, il Rankbrain (l’algoritmo che interpreta le query di ricerca e sceglie i contenuti più pertinenti per le richieste degli utenti) e, per l’appunto, i link;
  • Oltre ai benefici ai fini della SEO, costruire backlink è fondamentale per l’aumento del traffico referral. In questo modo si facilita l’arrivo degli utenti sul nostro sito web attraverso un’altra sorgente, con la conseguenza di aprirci a nuove, consistenti fette di pubblico. Infatti, se un collegamento alle nostre pagine, articoli o contenuti in genere è presente su un sito autorevole e considerato di qualità, che a sua volta gode di un buon livello di traffico, verrà visualizzato dagli utenti presenti su quel sito che, se interessati, cliccano sull’outbound link e si ritrovano, dunque, a navigare sul nostro spazio web;
  • I backlink sono importanti per un altro fattore tenuto in considerazione dai motori di ricerca, in primis Google: il grado di autorevolezza. Infatti, quanto più i siti che rimandano alle nostre pagine saranno autorevoli, e con collegamenti pertinenti agli interessi degli utenti per quel contenuto, tanto più il nostro sito sarà considerato autorevole e guadagnerà posizioni in più sulla SERP.

Su quest’ultimo aspetto ci concentreremo maggiormente, poiché una buona link building, che ricerca l’autorevolezza, necessita di approfondimenti, accordi e ricerche costanti. Ma prima di addentrarci nell’argomento, ecco uno spunto utile per trovare backlink di alta qualità: https://www.spider-link.it/.

Backlink: quando sono “di qualità”?

Esistono svariati fattori che permettono di costruire backlink di qualità. Di seguito, ecco qualche indicazione utile per effettuare le valutazioni necessarie e considerare eventuali citazioni nel modo giusto:

  • Esaminare l’autorevolezza del sito web che inserirà nei propri contenuti un outbound link alle nostre pagine. Bisogna dunque attuare un’attenta analisi SEO e soprattutto verificare che questi siti siano realmente affidabili e non violino le norme di qualità di Google per i webmaster;
  • Scegliere backlink che abbiano attinenza con gli argomenti o le tematiche messe in collegamento. La correlazione tra la pagina che linka e i contenuti linkati dev’essere reale, con approfondimenti che apportino valore aggiunto alla ricerca dell’utente. Google nota anche eventuali discrepanze semantiche, ed è bene tenerlo a mente;
  • Un buon anchor text fa la differenza. Ovvero, il testo che l’utente visualizza prima di cliccare sul collegamento alla nostra pagina dev’essere interessante. Il rischio, è che altrimenti molto probabilmente non vi cliccherà affatto. Evitare dunque i soliti “leggi qui” o “clicca qui”, e prediligere testi di ancoraggio più incisivi;
  • Posizionare i link più in alto nel testo. Proprio perché Google ispeziona i contenuti e “cerca” i backlink nelle sue scansioni, è più utile ai fini di un buon posizionamento sulla SERP inserirli all’inizio del contenuto, poiché più immediati da trovare. La stessa cosa vale chiaramente per gli utenti, che spesso tendono ad abbandonare gli articoli prima di terminarne la lettura, e dunque è probabile che link posizionati alla fine dei testi sfuggano alla loro attenzione.

Come costruire backlink?

Ci sono vari metodi per generare backlink, ciascuno con determinati pro e contro. Analizziamoli nel dettaglio:

  • Costruire backlink naturali. Seppur ci siano vari modi per “forzare” la link building a nostro favore, creare backlink naturali è un fattore sicuramente molto premiato da Google. Ma come fare per generarli? In effetti, la strategia migliore è creare contenuti di alta qualità. In questo modo, le possibilità di essere notati e citati da altre fonti incrementano di parecchio. Chiaramente, bisogna fare molta attenzione a questo tipo di attività. Infatti, se la nostra pagina fosse citata da un sito considerato poco autorevole, di conseguenza anche il nostro sito web ne subirebbe una penalizzazione. L’importante non è la quantità, ma la qualità dei link in entrata che riusciamo a generare;
  • Scambiare link con altri siti web. Seppure sia una pratica considerata molto rischiosa – perché se l’algoritmo di Google nota una “forzatura” può riconsiderare il nostro ranking, riducendone il punteggio -, se implementata con molta cautela può dare i suoi risultati. Per fare lo scambio nel modo giusto, è innanzitutto utile fare un’analisi di mercato approfondita sui siti attinenti al nostro settore, tenendo in considerazione solo i siti con una buona autorevolezza. Al termine dell’analisi, scegliere quelli che si ritengono migliori e proporre di linkarsi reciprocamente i contenuti più attinenti;
  • Entrare a far parte di una directory. Si tratta di portali che ospitano elenchi di siti web categorizzati, dove per un SEO Manager è possibile facilmente reperire i contenuti da linkare che desidera. Esistono directory gratuite e altre a pagamento, ma anche in questo caso bisogna fare molta attenzione. Infatti, le directory stesse sono siti che rimandano a tantissimi altri collegamenti, ed è molto probabile che non siano considerate troppo autorevoli da Google. Di conseguenza, si rischia di essere citati in un portale che potrebbe solo danneggiarci;
  • Fare guest blogging, che essenzialmente significa scrivere per il blog di qualcun altro, diventando dunque “ospiti” di un altro sito web. Utile soprattutto per chi ha una certa dimestichezza nella scrittura dei contenuti, questa tecnica permette di richiedere come ricompensa alla propria attività di blogging un backlink;
  • Partecipare attivamente alle discussioni che si generano sui forum o sulle community. In questo modo, attraverso le nostre risposte è possibile inserire i link di collegamento che preferiamo. È importante però non esagerare con questo tipo di attività, poiché facilmente viene considerata come spam e potrebbe fruttarci solo un bel ban dal portale. Inoltre, bisogna fare attenzione che questi siti non presentino i tag nofollow per i link in uscita. Si tratta di un valore assegnabile agli outbound link – inserito da Google proprio per contrastare l’attività di spam nei commenti – che indica al motore di ricerca di non indicizzarli, perché non pertinenti o perché hanno solo fini pubblicitari;
  • Attuare una broken link building. Con questa strategia e attraverso l’utilizzo di alcuni tool (anche gratuiti) – come l’estensione di Google Chrome chiamata Broken Link Checker – è possibile trovare i link che rimandano a pagine non più esistenti. Chiaramente, bisogna cimentarsi in un’analisi ristretta delle key words che più ci interessano, maggiormente attinenti al nostro settore. Effettuare manualmente un’operazione del genere è davvero faticoso, ma può tornare utili servirsi di strumenti, chiamati SERP Scraper, che effettuano quest’operazione di ricerca molto più velocemente. Un esempio è il SEO Spider di Screaming Frog. Dopo aver valutato i contenuti in cui erano inseriti e i siti a cui rimandavano, si può fare richiesta ai webmaster o ai SEO Manager di quello spazio web di sostituire quei link “rotti” con un bel backlink per il nostro portale.

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